Il Venerdì Santo sera si svolge la processione dei "Tri Misteri", così chiamata perché anticamente le statue che la componevano erano soltanto il Cristo alla colonna, l'"Ecce Homo" e il Cristo Morto, alle quali nel tempo si sono aggiunte l'Addolorata, il Cristo che porta la croce, Cristo all'orto, la Pietà (Madonna dello Spasimo) ed in ultimo il Crocifisso.
Questa processione, che percorre le vie della
città in quello che viene definito il "giro dei Santi", è senza dubbio il
cuore dei riti della Settimana Santa di Biancavilla e si fa risalire alla seconda metà del 1600, epoca in cui fu fondata la Confraternita del SS. Sacramento (la più antica della città) che portava il Cristo Morto.
La processione
è oggi costituita da otto simulacri (Misteri), portati a spalla dai confrati delle otto confraternite cittadine, ed inizia dalla Chiesa di Sant'Antonio con l'uscita di Cristo all'orto che si dirige verso piazza Roma; durante il percorso ad esso si aggiungono altri Misteri:
- in via Innessa il Cristo che porta la croce fa il suo ingresso in processione
dalla Chiesa di Santa Maria della Mercede;
- segue il gruppo statuario della Pietà (Madonna dello Spasimo);
- in piazza Annunziata è la volta dell'"Ecce Homo";
- in piazza Roma fanno anche il loro ingresso il Cristo Morto, proveniente dalla Basilica Santuario di Maria SS. dell'Elemosina, e la "Torcia" (rientrata a far parte della processione dopo un cinquantennio di assenza), il Cristo alla colonna, uscito dalla Chiesa della Madonna del Rosario, il Crocifisso ed in ultimo l'Addolorata.
Qui le statue si sistemano
secondo l'ordine cronologico dei fatti spiegati dal
Vangelo.
Il simulacro di Cristo all'orto (u Signuri all’ortu) apre la processione con l'Arciconfraternita di Sant’Antonio, dalla la mozzetta color marrone. L'opera,
risalente agli inizi del '900, è realizzata in carton-romano ed è posta
su un fercolo ligneo della stessa epoca. Il Mistero si compone di due
figure: il Cristo raffigurato nell'atto di pregare e un angelo che regge
un calice.
Segue nella processione il simulacro del Cristo alla colonna (u Cristu a culonna), probabilmente
il primo mistero ad essere stato realizzato dall'artista locale Placido
Portale nella prima metà del 1700. Il simulacro avanza, in processione,
con passo lento e cadenzato, accompagnato dalla Confraternita di Maria
SS. del Rosario, con la mozzetta di colore nero. Nell'ultimo tratto della processione procede a passo di "annacata", ossia un particolare andamento caratterizzato dal procedere di tre passi in avanti e uno indietro.
Il terzo simulacro è quello dell'"Ecce Homo" (u Cciaòmu),
con la Confraternita di Maria SS. dell’Annunziata che ha la mozzetta color celeste. La statua,
scolpita in legno verso gli inizi del 1700 dall'artista locale Placido Portale, è
uno dei "Tri Misteri" che fanno parte da sempre della processione
del Venerdì Santo. Il Cristo, in una immagine pietosa e drammatica, è
raffigurato con le mani legate, una catena intorno al collo e una corona
di spine; sulle spalle ha un mantello color porpora che si rifà al
mantello indossato dai soldati romani.
A seguire il Cristo che porta la croce (u Signuri ccâ cruci),
con la Confraternita di Maria SS. della Mercede dalla la mozzetta blu, il Crocifisso con la Confraternita di S. Maria dell'Idria e del Crocifisso Risorto (costituita il 22 gennaio 2009) i cui membri hanno la mozzetta di colore verde e la Pietà (Madonna dello
Spasimo) con la Confraternita di S. Giuseppe dalla mozzetta di colore giallo.
Il primo simulacro fu realizzato in pasta di legno nel 1900 e,
assieme a quello dell’Addolorata, ha le vesti non scolpite ma di stoffa.
Il secondo, ovvero la Madonna dello Spasimo (a Madonnô pàçimu),
è una statua realizzata in gesso risalente agli anni Trenta del '900,
sostituita a quella originale andata perduta. Raffigura Maria avvolta da
un mantello nero che sostiene tra le braccia Gesù appena deposto dalla
croce.
Il Cristo Morto "u Signuri mortu", datato agli inizi del XVIII secolo. Di autore ignoto, viene seguito dalla Confraternita del SS. Sacramento, la più antica della città e datata al 1600, che ha la mozzetta di colore rosso.
L'Addolorata, nota come "a Ddulurata",
viene seguita dall'Arciconfraternita dei Bianchi, caratterizzati dal solo sacco bianco. L'Addolorata, risalente al XVIII
secolo, fu realizzata dalla bottega Rosselli di Messina. Il simulacro è
di legno ricoperto da carta e stoffa, mentre le mani, il viso e i piedi
sono in cera. Il vestiario è costituito da una veste di velluto e da un
mantello in seta ricamato in oro.
Chiude la processione la "Torcia" "a tòrcia", condotta a
spalla dai confratelli del SS. Sacramento. Si tratta di un cero ligneo,
opera dell'artista locale Giuseppe Salomone, segno della devozione della
città al Salvatore. Un tempo il cero era arricchito dai simboli della
Passione. Questo "simbolo" è stato reintrodotto agli inizi del 2000 dopo un cinquantennio di assenza.
Al termine della processione tutte le statue ritornano alle loro chiese; l'ultimo simulacro a rientrare è
la Vergine Addolorata, dopo aver accompagnato il Cristo
alla colonna nella Chiesa della Madonna del Rosario.
- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di informazioni tratte dal web.
- Foto a cura di Giovanni Stissi, tratte dal sito "Associazione Maria SS. dell'Elemosina ".


